Charlie Hebdo: anche il vino opera dei vignettisti

La frizzante penna del direttore di Charlie Hebdo Charbonnier e dei vignettisti Wolinski, Cabu e Tignous vittime dei terroristi si era prestata volentieri anche al mondo del vino, nel solco di quella tradizione nata e diffusa dalla Francia di etichette per i vini firmate da artisti.
Wolinski aveva in particolare realizzato etichette per il vino Le Mas Bernard prodotto da Adrien Maeght, gallerista viticoltore che si è sempre affidato a noti artisti, disegnatori e umoristi per dare un tocco originale alle sue bottiglie.

Nell’etichetta Wolinski aveva disegnato una donna a seno nudo con viti e tralci al posto dei capelli e la bottiglia stretta al petto. Ma aveva anche firmato una bottiglia del vino bordolese Saint Emilion Chateau Barrail des Graves prodotto da Gerard Descrambe (viticoltore bio che aveva ‘stretto alleanza’ con famosi vignettisti per le sue produzioni, prima il Saint Emilion e poi il Chateau Renaissance), dove ricorreva la figura della donna ‘simil Eva’ che imbocca il suo ‘Adamo’ con un grappolo d’uva. Wolinski si era anche impegnato a realizzare il manifesto dell’edizione 2016 del festival “Humour & vigne” che si svolge ogni due anni in Francia e che raccoglie i disegni sul vino dei migliori vignettisti mondiali. E tra i disegnatori che più volte si erano messi in evidenza al festival, con tanto di caricatura di Nicolas Sarkozy sulla bottiglia, c’era anche Jean Cabut, alias Cabu.

Bernard Verlhac, alias Tignous, aveva ugualmente presto la sua penna per il Saint Emilion e Chateau Renaissance di Descrambe e la Ficelle di Saint Pourcain (che ogni anno affida la sua etichetta a un disegnatore umorista). E il direttore Charbonnier aveva realizzato per l’etichetta di Saint Emilion 2000 la caricatura di un poliziotto evidentemente alticcio col nasone rosso con la scritta “Ecco il partner delle mie sbandate professionali”.

fonte: ansa